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09/07/09 PRESIDIO DAVANTI AL CIE DI PONTE GALERIA

 

GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2009, DALLE ORE 16.30

PRESIDIO DAVANTI AL CIE DI PONTE GALERIA

Nelle giornate in cui si svolgerà il G8 vogliamo stare fuori dalle mura Ponte Galeria, mentre i cosiddetti “grandi della terra” saranno nascosti dentro una caserma a parlare della crisi. I governi del mondo chiamano a gran voce la libera circolazione delle merci e dei capitali, pretendendo di fermare e controllare i flussi migratori, mentre l’unica possibilità di movimento concessa alle persone sembra essere quella legata al mercato del turismo o allo sfruttamento del lavoro. Respingimenti, detenzioni indiscriminate e politiche securitarie di militarizzazione sembrano essere la risposta dei cosiddetti paesi industrializzati alla crisi economica e sociale che hanno contribuito a creare.
Pochi giorni fa è stato definitivamente approvato il “pacchetto sicurezza”, attraverso cui il territorio dello stato italiano assumerà ancor di più il carattere di laboratorio a cielo aperto della repressione permanente. L’entrata o la permanenza “irregolare” al suo interno diventa reato, la durata massima della permanenza nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) è estesa da 2 a 6 mesi, le ronde razziste vengono legalizzate, solo per citare alcuni degli inasprimenti repressivi previsti dalla nuova legge. Intanto i reclusi dei CIE di Milano, Bologna e Gradisca d’Isonzo stanno già protestando con uno sciopero della fame.

Vogliamo tornare fuori da Ponte Galeria perché nei CIE finiscono persone rastrellate per strada mentre tornano a casa dopo una giornata di lavoro sottopagato, mentre fanno la fila per rinnovare il permesso di soggiorno, oppure mentre aspettano un amico per uscire la sera.
Chiunque protesti contro le brutali condizioni di vita imposte da questi lager democratici (sovraffollamento, igiene inesistente, psicofarmaci come strumento di sedazione di massa, acqua razionata e negazione di ogni assistenza) si trova a subire violenze fisiche e intimidazioni. Pestaggi e abusi da parte della polizia e della Croce Rossa (che gestisce il CIE di Ponte Galeria) sono all’ordine del giorno e solo negli ultimi tre mesi si sono registrate due morti: Salah Souidani, morto dopo che il personale sanitario gli aveva rifiutato l’assistenza medica (e dopo aver inoltre subito un pestaggio poliziesco, secondo la testimonianza di altri reclusi), e Nabruka Mimuni, che era in Italia da trent’anni e che, dopo aver ripetutamente minacciato di togliersi la vita piuttosto che essere rimpatriata, è stata lasciata in balia del proprio destino.

Non è pensabile che persone che hanno scelto di andarsene dal proprio paese d’origine, mettendo spesso a rischio la propria vita per costruirsi un futuro migliore, o per fuggire da un presente di oppressione, si trovino ad essere rinchiuse in un lager di stato.

La clandestinità non è che una condizione imposta da politiche razziste, xenofobe, basate sullo sfruttamento e sul ricatto continuo. Noi non ci dividiamo in “italiani” o stranieri, ma ci consideriamo tutti e tutte abitanti del mondo.

Libertà di movimento per tutte e tutti.
Chiudere i Centri di Identificazione ed Espulsione.
Contro la società dei recinti e delle frontiere.

GIOVEDÌ 9 LUGLIO, DALLE ORE 16.30 PRESIDIO A PONTE GALERIA:
MUSICA, VOCI, PAROLE.

L’appuntamento per prendere tutte e tutti il trenino è alle 16.00 alla stazione Ostiense.

Portiamo tutta la nostra creatività, la nostra rabbia e la nostra forza davanti a quelle mura, facciamo sentire a chi vi è rinchius* la solidarietà di tutt* coloro che non vogliono più tollerare l’esistenza di questi lager, né le torture e gli omicidi di stato che si vorrebbero occultare al loro interno.

Il presidio si svolge nel parcheggio della fermata "Fiera di Roma" del trenino per Fiumicino aeroporto (Via Gaetano Rolli Lorenzini angolo Via Cesare Chiodi).

Antirazziste e Antirazzisti
 

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05/07/09 Festa antirazzista al Porto Fluviale

Domenica 5 luglio
Compleanno dell’occupazione di via del Porto Fluviale 12, zona Ostiense.

Dalle 16.00 festa antirazzista con giochi-spazio bimbi,
dalle 18.00 proiezione del film Mare Nostrum e dibattito,
verso l’iniziativa del 9 luglio sotto Ponte Galeria.

A seguire cena a sottoscrizione con specialità da tutto il mondo.

No al pacchetto sicurezza
No al razzismo
No ai lager di stato

01/07/09 TUTTE E TUTTI SOTTO IL SENATO!

RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!


Mercoledì 1 luglio, dalle 15:30, tutte e tutti sotto il Senato
 
Dopo mesi di discussioni, rinvii e voti di fiducia che hanno ignorato
ogni forma di protesta, il governo Berlusconi si appresta ad approvare
definitivamente in senato il disegno di legge 733, noto come "pacchetto
sicurezza": una legge che nega i diritti fondamentali delle persone,
siano esse migranti o native.

Il pacchetto introduce il reato d’ingresso e soggiorno illegale, che
colpisce le persone migranti, cancellando il loro diritto a esistere,
all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla casa. Se il ddl sarà
approvato, chi è senza permesso di soggiorno non potrà più ricevere
cure mediche, riconoscere figlie e figli alla nascita, sposarsi o
inviare i soldi a casa. Si introducono le ronde mentre in nome del
"decoro urbano" continuano gli sgomberi e la ghettizzazione degli
insediamenti rom e le aggressioni di stampo razzista e xenofobo. Le
ordinanze dei sindaci limitano il diritto a incontrarsi nei parchi e
nei luoghi pubblici o a manifestare per le strade e nelle università.

Prima ancora di essere approvato, il pacchetto sicurezza ha già ucciso:
dalla donna incinta morta dissanguata a Bari per la paura di essere
denunciata in ospedale, alle persone morte nei CIE (centri di
identificazione ed espulsione) per le violenze, perché non ricevono
un’assistenza sanitaria adeguata o per la disperazione di vedersi
consegnare un decreto di espulsione, che significa essere rispedite/i
in luoghi di conflitto o nelle carceri libiche, spesso dopo aver
vissuto e lavorato duramente e senza diritti per molti anni nel nostro
paese.

Ma c’è una parte della società che in questi mesi ha espresso nei modi
più disparati il proprio dissenso: medici e insegnanti, migranti,
rifugiati/e e richiedenti asilo, scuole d’italiano, donne, femministe e
lesbiche, gay e trans, studenti e occupanti di casa, singoli/e e
associazioni vogliono respingere al mittente il pacchetto sicurezza e
le politiche razziste di questo governo. A Roma, come in molte altre
città italiane, si sono moltiplicate le iniziative che hanno denunciato
con forza le condizioni di vita nei CIE e la brutalità delle politiche
dei respingimenti, protestando contro una legge che, dietro una falsa
esigenza di sicurezza, nasconde la chiara volontà politica di gestire
in maniera repressiva la crisi che stiamo vivendo.

Crediamo che sia necessario sentirsi tutte e tutti coinvolti in quanto
sta accadendo, creare spazi di dibattito sempre più ampi e moltiplicare
le iniziative di protesta in ogni città, a partire dalle giornate di
discussione e approvazione del pacchetto sicurezza.

Vogliamo prendere la parola, per lottare insieme, italiane/i e
migranti, a partire dai nostri territori, perché desideriamo una
società aperta all’incontro tra tutte le differenze, perché l’unica
sicurezza che vogliamo è libertà e diritti per tutte e tutti.
 
Respingiamo il pacchetto sicurezza!


Mercoledì 1° luglio, dalle ore 15:30 in poi,


tutte e tutti sotto il Senato


durante la discussione finale del ddl 733
 
RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
http://nopacchettosicurezza.noblogs.org
pacchettosicurezza@anche.no

25/06/09 RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!

 

GIOVEDÌ 25 GIUGNO, ORE 18.00
ASSEMBLEA PUBBLICA IN PIAZZA DELLA MARRANELLA


RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA!

Dopo mesi di discussioni, rinvii e voti di fiducia che hanno ignorato ogni forma di protesta, il governo Berlusconi si appresta ad approvare definitivamente in senato il disegno di legge 733, noto come "pacchetto sicurezza": una legge che nega i diritti fondamentali delle persone, siano esse migranti che native.

Il pacchetto introduce il reato d’ingresso e soggiorno illegale, che colpisce le persone migranti, cancellando il loro diritto a esistere, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla casa. Se il ddl sarà approvato, chi è senza permesso di soggiorno non potrà più ricevere cure mediche, riconoscere figlie e figli alla nascita, sposarsi o inviare i soldi a casa.

Si introducono le ronde mentre in nome del "decoro urbano" continuano gli sgomberi e la ghettizzazione degli insediamenti rom e le aggressioni di stampo razzista e xenofobo. Le ordinanze dei sindaci limitano il diritto a incontrarsi nei parchi e nei luoghi pubblici o a manifestare per le strade e nelle università.

Prima ancora di essere approvato, il pacchetto sicurezza ha già ucciso: dalla donna incinta morta dissanguata a Bari per la paura di essere denunciata in ospedale, alle persone morte nei CIE (centri di identificazione ed espulsione) per le violenze, perché non ricevono un’assistenza sanitaria adeguata o per la disperazione di vedersi consegnare un decreto di espulsione, che significa essere rispedite/i in luoghi di conflitto o nelle carceri libiche, spesso dopo aver vissuto e lavorato duramente e senza diritti per molti anni nel nostro paese.

Ma c’è una parte della società che in questi mesi ha espresso nei modi più disparati il proprio dissenso: medici e insegnanti, migranti, rifugiati/e e richiedenti asilo, scuole d’italiano, donne, femministe e lesbiche, gay e trans, studenti e occupanti di casa, singoli/e e associazioni vogliono respingere al mittente il pacchetto sicurezza e le politiche razziste di questo governo. A Roma, come in molte altre città italiane, si sono moltiplicate le iniziative che hanno denunciato con forza le condizioni di vita nei CIE e la brutalità delle politiche dei respingimenti, protestando contro una legge che, dietro una falsa esigenza di sicurezza, nasconde la chiara volontà politica di gestire in maniera repressiva la crisi che stiamo vivendo.

Crediamo che sia necessario sentirsi tutte e tutti coinvolti in quanto sta accadendo, creare spazi di dibattito sempre più ampi e moltiplicare le iniziative di protesta in ogni città, a partire dalle giornate di discussione e approvazione del pacchetto sicurezza.

Vogliamo prendere la parola, per lottare insieme, italiane/i e migranti, a partire dai nostri territori, perché desideriamo una società aperta all’incontro tra tutte le differenze, perché l’unica sicurezza che vogliamo è libertà e diritti per tutte e tutti!

  • Per coordinarci e organizzare momenti di denuncia pubblica sulle norme razziste del pacchetto sicurezza, nella giornata di martedì 30 giugno, nelle modalità che ognuna/o deciderà di mettere in pratica;

  • per dire che noi non siamo spie, che noi non denunciamo, che l’unica cosa che respingiamo è il pacchetto sicurezza e che saremo davanti al senato mercoledì 1° luglio, durante la discussione del ddl 733, per gridare forte la nostra rabbia;

  • per costruire insieme una mobilitazione nazionale contro i lager che chiamano CIE e il razzismo di Stato nel prossimo autunno;

la Rete contro il pacchetto sicurezza invita tutte e tutti a partecipare a un momento di incontro pubblico: giovedì 25 giugno, alle ore 18.00, in piazza della Marranella, nel quartiere di Torpignattara, dove convivono tanti/e cittadini/e del mondo e dove il razzismo istituzionale sta tentando di alimentare l’odio per la diversità e la guerra tra poveri/e.

RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
http://nopacchettosicurezza.noblogs.org
pacchettosicurezza@anche.no

 

20/06/09 TorBellaMonaca Antirazzista

TORBELLAMONACA ANTIRAZZISTA

Dopo i recenti fatti verificatisi a danno dei migranti nel
quartiere, gli abitanti che rifiutano la logica del "pestaggio" del
"diverso" si mobilitano per fronteggiare il possibile dilagare di
queste forme di "nuovo" fascismo e razzismo.
Torbellamonaca non è come viene dipinta dai media, è presente una
grande realtà sensibile ai problemi e antirazzista, moltissimi abitanti
che rifiutano ogni forma di fascismo.
Sabato 20 giugno è stata messa in piedi una giornata di "festa" e
mobilitazione, da varie realtà e individualità del quartiere, per
sensibilizzare il territorio, in cui la presenza di comunità
"straniere" e migranti è enorme (nell’VIII Municipio i dati ufficiali
contano la presenza di 77 culture differenti).

TORBELLAMONACA MULTICULTURALE

SABATO 20 GIUGNO
DALLE ORE 16.00

"Festa in Piazza"
L.go Ferruccio Mengaroni, 11
(piazza adiacente i locali del "CHE"ntro Sociale di TBM)

si partirà con giochi per bambine e bambini: laboratorio e costruzione di aquiloni, tiro alla fune, pignatta e altri giochi organizzati

dibattito

spettacoli di giocoleria e artisti di strada

cena multietnica: cous cous, zighini, grigliata e altri piatti tipici

in serata concerto Hip Hop Don’t Stop con:

AMIR, SAGA, APOSTOLI DI STRADA, CEMENTO ARMATO, SST, FACCE SCOPERTE, LIL’FLAME, TAKJ, GNS LUKÈ e microfoni aperti…

giornata a cura di: Tor Bella Monaca antirazzista
x info: tbminterculturale@m8.roma.it

 

19/06/09 Assemblea contro il pacchetto sicurezza

RESPINGIMENTI NEL MEDITERRANEO,

RINNOVO DEGLI ACCORDI CON LA LIBIA,

APPROVAZIONE DEL PACCHETTO SICUREZZA:

BASTA CON LA POLITICA DELLA PAURA E DEL RAZZISMO!

Il ddl 733 (Pacchetto sicurezza) è in corso di approvazione al Senato. Nonostante le proteste e le mobilitazioni organizzate in questi mesi dalle/dai migranti, dalle/dagli occupanti di casa, dalle femministe e dalle lesbiche, dalle/dagli studenti, dalle associazioni di medici, insegnanti e avvocati, e partecipate da tutte e tutti coloro che non accettano più la cultura della paura e del controllo, molte delle norme restrittive della proposta di legge restano in piedi.

In primo luogo il reato di clandestinità, che comporta l’obbligo di denuncia da parte di tutti gli ufficiali pubblici (medici e insegnanti compresi) per chi non è in possesso del permesso di soggiorno; poi l’aumento del periodo di residenza e di vita coniugale per chi vuole
ottenere la cittadinanza italiana; l’aumento (fino a 200 euro) per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno; la cancellazione anagrafica dopo sei mesi dalla scadenza del permesso; la cancellazione del registro dei senza fissa dimora; l’estensione del periodo di detenzione nei
CIE fino a sei mesi; l’aumento dei dispositivi di controllo video nelle città; l’istituzione delle ronde e la reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
Queste norme, oltre a limitare a libertà di tutte e tutti, individuano una serie di soggetti da indicare come potenziali criminali: dal "clandestino", al giovane adolescente, a chi sceglie di opporsi al razzismo, alla xenofobia e allo sfruttamento del lavoro; alla mercificazione della cultura e allo svuotamento dei centri delle città, trasformati in vetrina.

Tutto questo mentre il governo italiano rinnova l’amicizia con il Primo Ministro libico, Gheddafi, che ha firmato l’accordo per il controllo delle acque del Mediterraneo e per l’intensificazione delle misure repressive della migrazione in Libia.

Nei mesi precedenti alla prima votazione del pacchetto sicurezza, a Roma si è costituita una rete di collettivi, realtà territoriali, attiviste e attivisti, singole e singoli, che hanno costruito, in linea con altre mobilitazioni nazionali, una manifestazione contro il pacchetto sicurezza.

Pensiamo che quel percorso debba proseguire, anche volgendo lo sguardo a chi è reclusa o recluso nei CIE italiani, come quello di Ponte Galeria a Roma, dove sono quotidiane le notizie di torture, violenze e soprusi nei confronti di chi ha cercato in questo paese un futuro diverso per sé o per la propria famiglia. Per questo riteniamo che sia importante organizzare
una mobilitazione nei giorni dell’approvazione definitiva del disegno di legge.

Per costruire insieme le mobilitazioni, invitiamo tutte e tutti a un’assemblea pubblica che si terrà il 19 giugno prossimo, alle 18.00, presso l’ex cinema Volturno, in via Volturno 37 (vicino stazione termini).

 

RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
http://nopacchettosicurezza.noblogs.org

pacchettosicurezza@anche.no

 

 

Appello contro g8 immigrazione e sicurezza 28-30/05 Roma

Intolleranti al razzismo

Per abbattere muri e frontiere


Per una cittadinanza globale
 
Nabruka Mimuni, questo è il nome della donna che si è tolta la vita nella notte tra il 6 e il 7 maggio nel lager di Ponte Galeria, alle porte di Roma. 227, le persone delle quali non conosciamo il nome né la sorte respinte verso la Libia nella stessa notte, inaugurando la linea dura del ministro Maroni sui respingimenti in mare. Inutile parlare di diritti umani inviolabili, illusorio appellarsi a una qualche convenzione internazionale, insufficiente erigersi a difesa della Costituzione italiana.

Classi separate, autobus separati, medici spia, presidi spia, reato di clandestinità, sindaci sceriffo, “sicurezza partecipata”, esercito nelle strade, militarismo civico, checkpoint metropolitani: il mondo intorno a noi sembra evolversi rapidamente in un’escalation di razzismo e violenza istituzionale che mirano a stringere tutte e tutti noi nella morsa della paura, dello sfruttamento e del controllo. Il governo blinda il pacchetto sicurezza. Berlusconi non vuole un’Italia multietnica e lo spettro dell’apartheid si fa realtà.

Le politiche razziste e securitarie sono pratiche di governo nella crisi economica. In assenza di politiche anticrisi l’unica risposta è la sicurezza che si traduce nella riduzione di libertà e diritti. Come fermare altrimenti le resistenze se non ingabbiando (preventivamente) la società, producendo separazione e odio razziale? Queste misure colpiscono in particolare i/le migranti ma riguardano tutt* e puntano a dividere e a rompere i rapporti di solidarietà tra le persone, alimentando la paura e rendendo tutt* più ricattabili.

Ma il futuro non è scritto. Le rivolte nei centri di detenzione per migranti (CIE), da Lampedusa a Torino, da Milano a Ponte Galeria, accendono un fuoco di speranza e libertà. Le voci e le mobilitazioni contro il pacchetto sicurezza gridano che sono molt* a sfidare la paura. Le lotte sociali non si fermano, anzi si moltiplicano.

È urgente nelle prossime settimane moltiplicare azioni e manifestazioni per rendere visibile l’indignazione e la rabbia nei confronti di un governo sempre più razzista Il 23 maggio a Milano ci sarà un’importante manifestazione nazionale della campagna "Da che parte stare", contro la crisi, contro il razzismo e per i diritti dei migranti.

Tra il 28 e il 30 maggio si terrà a Roma il G8 dei ministri della giustizia e degli interni, che discuteranno di sicurezza, crisi e immigrazione. A presiederlo sarà il ministro razzista Roberto Maroni. Saranno in 8, solo in 8. Vorrebbero gestire la crisi sulla nostra pelle, laddove la politica economica non offre soluzioni, laddove il capitalismo traballa, laddove la crisi è globale e non conosce frontiere, la loro risposta è approfondire le differenze, contenere chi si ribella e chi lotta per la propria dignità.

E’ arrivato il momento di far convergere le nostre lotte, le lotte dei migranti, degli studenti, di lavoratori e lavoratrici precar* che si ribellano a un mondo fatto di sbarramenti e frontiere, di muri e razzismo feroce. Queste lotte stanno costruendo una rete di resistenze alla crisi, al pacchetto sicurezza e al G8 di fine maggio, che intende ratificare provvedimenti già operativi da tempo. Sui nostri corpi, sulle nostre vite, contro i nostri diritti.

Per questo facciamo appello a costruire una settimana di mobilitazioni che dal 23 maggio a Milano passi per due giornate di azione decentrata il 28 e 29 maggio e per la manifestazione globale di Roma del 30 maggio.

Per contestare le politiche razziste e liberticide del governo del mondo, laddove il razzismo non guarda solo al colore della pelle, ma vuole colpire trasversalmente tutt* coloro che reclamano diritti, reddito, casa, cittadinanza, libertà di movimento.

 

Contro il pacchetto sicurezza e le leggi razziste
Per la chiusura dei CIE in Italia, in Europa e in tutto il mediterraneo
L’unica sicurezza che vogliamo è la libertà
Contro frontiere e muri, per la libertà di movimento
Siamo tutt* clandestin*, la cittadinanza che vogliamo è globale

Domenica 17 maggio, ore 17,00 al Volturno, via Volturno, Roma.

Assemblea pubblica – cittadina – globale.

Giovedì 28 e Venerdì 29, Giornate di azioni decentrate.



Sabato 30, Manifestazione globale contro il G8, Roma

Verso la mobilitazione contro il g8 di luglio.

Noi la crisi non la paghiamo! 
Rete noG8 – Roma

 

NO CIE! – 9 maggio METRO PIRAMIDE: Solidarietà con le recluse e i reclusi di PONTE GALERIA!

Solidarietà con le recluse e i reclusi di PONTE GALERIA!

Ponte Galeria, Roma. Tunisina si impicca al CIE.

Un altro omicidio di stato.

Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2009 nel Cie di Ponte Galeria è morta Nabruka Mimuni, detenuta tunisina, 44 anni.

Residente in Italia da 30 anni, è stata arrestata due settimane fa mentre era in fila per rinnovare il permesso di soggiorno.

Le hanno comunicato che sarebbe stata espulsa e si è uccisa.

Da quel momento i detenuti e le detenute di Ponte Galeria stanno dando
vita ad uno sciopero della fame per protestare contro questa morte,
contro le condizioni disumane di detenzione, contro i maltrattamenti,
contro i rimpatri, contro l’esistenza dei CIE.

Sabato 9 maggio, ore 15.00


appuntamento alla Metro Piramide

in solidarietà con le lotte dei reclusi e le recluse nel CIE di Ponte Galeria,

come in tutti gli altri lager d’Italia

 
Chiudere i CIE subito


Nessuna gabbia, nessuna frontiera!

Sportello legale

Vuoi
avere informazioni sui tuoi diritti?

Non
hai il permesso di soggiorno?

Non
te lo rinnovano?

Vuoi
far venire la tua famiglia qui e non sai come?

Vuoi
avere informazioni sui decreti flussi?


Partecipa
allo

SPORTELLO
DI CONSULENZA LEGALE

Il
SECONDO E L’ULTIMO MARTEDI’ DEL MESE

ALL’OCCUPAZIONE
DI VIA DEL PORTO FLUVIALE, 12

dalle
16:30 alle 19:30


Insieme
ad un avvocato, discuteremo delle nuove leggi sull’immigrazione e
sulla sicurezza pubblica, per capire insieme come difenderci. Si
potranno avere consigli per affrontare i problemi che possiamo
incontrare in Italia e organizzarci insieme.


Per
informazioni:
r.a.p@autistici.org

http://rap.noblogs.org

 
 

 

La paura è una marea, torna indietro a chi la crea

“La paura è una marea torna indietro a chi la crea”
tavolo di discussione
20 Marzo 2009
Ore 16.30 presso l’ex Volturno
Via Volturno 
Governo della crisi e politiche autoritarie: pratiche di cospirazione e
attivazione dal basso
 
 
Le trasformazioni del sistema produttivo, il ridimensionamento e la
chiusura di grandi imprese transnazionali, le privatizzazioni dei beni e
dei servizi pubblici, l’implosione del mercato bancario e finanziario
investono i 4 angoli del pianeta e stanno, da anni, nutrendo questo
processo di crisi economica globale. Che il modello neoliberista fosse
infatti destinato a esplodere era già chiaro dopo il crack in Argentina,
come dopo la riapertura della guerra infinita per il petrolio in
Medio-oriente.

Questo processo di crisi economica ha già investito l’Europa, portando
anche paesi di più recente arricchimento, come Islanda e Grecia, a
dichiarare bancarotta, in un domino partito dal crollo dei colossi bancari
multinazionali.

In Italia coinvolge già da anni decine di migliaia di persone, che stanno
pagando caro e pagheranno per i prossimi anni, il prezzo della crisi.
Eppure, anche di fronte a questa crisi sistemica devastante, i governi
globali e locali, con poche eccezioni, continuano a promuovere, con
interventi di stato ad hoc, aiuti e sostegni alle imprese e ai grandi
capitali,e falsi interventi di welfare, scaricando il prezzo della crisi
sulle fasce più deboli della cittadinanza. Precarietà del posto di lavoro
e dell’alloggio, disoccupazione, caro-vita, svendita dei beni collettivi
mettono seriamente in discussione il nostro futuro.
In questa partita, la posta in gioco è altissima. I poteri globali, come
anche quelli che governano l’Italia, stanno definendo la loro priorità:
costruire consenso per poter governare la transizione e gestire questo
processo con polso fermo e metodi autoritari.

Il governo della crisi ha instaurato di fatto uno stato di eccezione
permanente
, in cui attraverso la paura e in nome dell’interesse nazionale
vengono colpite le fasce più deboli e viene repressa ogni forma di
dissenso, di alternativa, ogni spazio di libertà. Attraverso questo
meccanismo,diffuso e amplificato tramite media, dalla mancanza e
restrizione dei diritti il discorso viene deviato, nel tentativo di
individuare di volta in volta soggetti da indicare come responsabili.Ad
esempio le persone migranti: prima sfruttate, trattate come invisibili e
clandestini, e poi ancora criminalizzate e individuate come elementi
estranei, nemici da cui difendersi.
L’elemento dell’identità nazionale è alla base oggi della tattica
messa in campo: creare ed esasperare la competizione per il benessere,
istigando una guerra sociale.
Il nostro paese non è nuovo a svolte repressive, e solo in parte
rappresenta uno specifico nel panorama europeo. Il centrodestra che governa
l’Italia ha nel suo DNA il ventennio fascista, il golpismo e lo stragismo
degli anni ’60 e ’70, la xenofobia che accolse i primi, grandi flussi
migratori che investirono la penisola, il personalismo populista che ha
caratterizzato la politica italiana degli ultimi venti anni.

Mentre si continua a sostenere partiti e gruppi neonazisti e si organizzano
le ronde cittadine, si creano le condizioni affinché, proprio dalla stessa
società impaurita, venga la richiesta di norme e regole, che legittimino
la restrizione delle libertà e la chiusura degli spazi sociali e di
agibilità politica. Come nel caso degli ultimi decreti sulla sicurezza
urbana, del complesso di articoli chiamato “pacchetto sicurezza” e del
decreto antistupro, provvedimento ancora più odioso perchè strumentalizza
la violenza sulle donne evidenziata in chiave razzista .

L’altra strada che si percorre è quella tramite cui rendere sempre più
aridi e deserti i luoghi della relazione sociale e potenzialmente
conflittuale.

I modelli urbani che ci sono stati proposti negli ultimi anni in Italia,
come nel resto d’Europa, sono città governate con il pugno di ferro, a
colpi di ordinanze e attraverso la militarizzazione delle strade.

I tradizionali spazi del conflitto sociale, il mondo del lavoro e quello
della formazione sono sotto attacco sistematico: il diritto di sciopero e
di manifestazione viene fortemente limitato, mentre nelle scuole i processi
di impoverimento e i tagli alle risorse per l’insegnamento sono
accompagnati dal reinserimento dei dispositivi disciplinari più
grotteschi, come il voto di condotta o le classi separate.
Ma non sono solo luoghi e pratiche ad essere investiti dal
neoautoritarismo: il controllo sui corpi passa anche dall’inasprimento
delle norme sull’utilizzo di droghe o alcool, fino all’imposizione
della morale cattolica sulla regolamentazione della nascita e della morte.
Insomma, ci vorrebbero far vivere come vogliono loro: tutte e tutti chiusi
a casa o nei posti di lavoro.

Ma noi non abbiamo paura.

Non hanno avuto paura coloro che hanno agitato l’Onda studentesca,
nonostante
le minacce e i manganelli di polizia e neofascisti; non hanno paura
migranti, antifasciste e attivisti che stanno dando vita ad un movimento
contro le politiche della sicurezza e dell’emergenza sociale,
espressamnete xenofobe e repressive; non hanno paura tutte quelle donne che
sono scese in strada contro il decreto antistupro perchè sanno con
certezza che la violenza maschile non dipende dal passaporto ma da una
cultura sessista che combattono ogni giorno; non ha paura chi sta
costruendo le mobilitazioni in
vista dei vertici internazionali in tutta Europa, in attesa del ritorno dei
G8 in Italia, 8 anni dopo Genova.

In occasione del festival Independence Days vogliamo ritrovarci per
discutere insieme dei percorsi e delle pratiche di conflitto contro la
Governance delle gabbie sociali e dello stato di polizia, per affermare che
a questa fase di crisi che considera gli individui come linfa produttiva da
sfruttare e controllare, rispondiamo con la forza delle nostre pratiche di
lotta quotidiane espressione della ricchezza sociale che rappresenta
l’unica reale alternativa di un mondo possibile.

20 Marzo 2009
Ore 16.30 presso l’ex Volturno
Via Volturno

INDIPENDENCE DAYS – 18, 19, 20 e 21 Marzo 09